Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Mirrors“
Gli specchi sono dappertutto, sempre presenti, sono di vetro, d’acqua, in metallo o fatti di qualsiasi superficie in grado di riflettere quello che ha davanti.
Gli specchi, come facce che ti guardano. Sono la vita degli altri con la quale misuri la tua.
Gli specchi sono come degli amici traditi, sempre pronti alla vendetta che consumano mostrandoti la verità che riflettono. Adamantini, determinati, cocciuti, inamovibili e spesso vogliono convincerti del fatto che è colpa tua, che non sei amabile.
Irremovibili, determinati, non amabili, duri. Quante volte ci si vede così allo specchio per poi accorgersi di essere più fragili di quello che si vorrebbe mostrare.
Gli specchi riflettono anche la fede. La fede che traspare dagli occhi, quella che fa rialzare, quella che offre una prospettiva, un’alternativa al buio, al nulla.
Esistono arti, espressioni e delle professioni che rispecchiano – raccontandole – le storie, le avventure, i sentimenti, i sogni e le speranze degli esseri umani. Sono la letteratura, il teatro, la pittura, la musica e il cinema. Cinema che diventa realmente lo specchio non solo della vita ma anche della fede di ognuno, qualsiasi essa sia.
Guardarsi allo specchio e vedere riflessa l’immagine del bambino che ha fede è necessario. Poco importa in quello che spera, in sé stesso, negli altri, in Dio, negli extraterrestri, nelle favole o, meglio ancora, nei supereroi. È necessario e vitale vedere sempre quel bambino allo specchio, perché quando se ne va hai finito di respirare.
Ogni giorno una sfida. Ogni giorno prima di uscire di casa, di solito, ci si guarda allo specchio. Lo vediamo sulla nostra faccia se la giornata ha già un copione o se sarà un’interpretazione da improvvisare. È come il ciak di un film: quando ti guardi allo specchio il ciak è già posizionato, il motore è partito, la scena è già iniziata e se quel che vedi è amore allora sarà una buona giornata, altrimenti sarà come andare in guerra.
Lo specchio, per quanto prezioso e tecnologicamente avanzato sia, non può far vedere l’altro lato delle cose, a meno che non intervenga in suo aiuto il tempo.
Il tempo lo raffiguriamo come un potente e inquietante signore che, mentre ci stiamo specchiando, ci passa davanti in fretta; questo signore non sa mantenere i segreti e spesso svela gran parte di tutti i retroscena ma, nonostante questo suo difetto, del tempo non ne abbiamo mai abbastanza.
Quando ti guardi allo specchio vedi se hai regalato, sprecato o venduto il tuo tempo, vedi se lo hai venduto per quello che valeva o per quello che sono stati disposti a pagare; quando lo hai sprecato vedi se ne è valsa la pena, quando lo hai regalato vedi se hai fatto bene.
Sta tutto scritto lì, nello specchio mentre guardi la tua faccia che il tempo lo conosce ogni giorno sempre di più.
Lo specchio ha molte funzioni, anche quella di cinema, solo che l’interprete di tutti i film in programmazione siamo noi.
In questo cinema dei tempi moderni danno film tragici, comici, romantici, surreali…
Qualsiasi sia il film che vogliamo vedere, gli attori siamo sempre noi. Meglio, quindi, guardare il film sorridendo.