Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “TRY – Prova a dire, fare e amare“
Provarci e riprovarci ancora, senza tenere conto del numero dei tentativi significa sentirsi vivi, indipendentemente da chi siamo stati e da chi siamo, perché provarci è solo l’inizio di quello che saremo. Evviva la vita!
Ci sono persone che provano, nonostante tutto e tutti ci provano: Sono immobili e provano ad alzarsi, sono fermi e provano a partire, stanno male e provano, provano ancora. E se al mattino trovano qualcuno disposto a provare con loro, allora quel giorno sarà migliore, a qualsiasi ora riescano ad alzarsi o a qualsiasi ora tramonti il sole.
Provare e riprovare, ripartire, però tenendo quello che di buono c’è.
Ci si chiede: quando termineranno i giochi, i cambiamenti e le paure? Non termineranno mai, per fortuna, perché bisogna sempre riprovarci.
Ci sono delle cose per le quali è inutile interrogarsi, tipo: avere bisogno di qualcuno.
Il bisogno di avere vicine altre persone è sempre frutto di stagione, sia nel fiorire travolgente della primavera che nell’orgoglioso crescendo dell’estate o nella maturità dell’autunno.
E provare a cercare qualcuno è ancora più importante nei tramonti d’inverno, se non altro per dividere la spesa delle bollette del riscaldamento.
Provare a immaginare è quello che facciamo tutti i giorni, in qualsiasi momento.
Proviamo a immaginare quello che pensa la persona che abbiamo davanti, cosa ci sarà una volta svoltato l’angolo, come cambieranno i giorni se al posto di scegliere la busta 1 prendiamo la 2.
Proviamo a immaginare quando scriviamo, quando parliamo; perfino quando cuciniamo immaginiamo cosa ne uscirà.
Immaginiamo quando disegniamo o aggiustiamo qualcosa che si è rotto.
Immaginare è ipotizzare il futuro, anche quello dei piccoli cambiamenti.
Immaginare, provarci, è sempre un affare.
Provare a immaginare non costa nulla, come provare a ricordare: quello costa ancora meno.