Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Smile – Un sorriso abbraccia il viso”
Oggi la nostra musica ci dice di sorridere e noi rispondiamo all’invito.
Il sorriso è quell’espressione che appare spontanea sul viso e che si reprime a fatica, il sorriso è rivelatore e spesso diventa anche un traditore, perché svela quello che proviamo, sempre, in qualsiasi situazione.
Ci sono tanti sorrisi, gentili, imbarazzati, di circostanza, sorrisi d’amore, sorrisi rassicuranti e poi ci sono dei particolari sorrisi, quelli perfidi dell’odio, della vendetta o della supponenza, i sorrisi che della delusione o della rassegnazione hanno la tristezza, e il sorriso dell’attesa, che spesso attraversa testardo il tempo, il mare, l’improbabilità e le lunghe distanze.
Quando l’amore è testardo oppure è un colpo di fulmine non sa aspettare, annulla il tempo, lo spazio e la gente intorno.
Quando l’amore non ha pazienza è allora che inizia a fantasticare, proietta film a lieto fine, fa sentire parole sperate, vede sguardi attesi e un sorriso abbraccia il viso.
È il sorriso l’espressione che appare inevitabilmente sul volto quando si mettono in moto i ricordi e ritornano alla mente momenti importanti, spensierati e anche pezzi di strada percorsi magari contromano, ma insieme ad amici o persone care.
Una delle richieste più gradite di sempre è la richiesta di un sorriso. La richiesta di un sorriso può essere una tregua alle lacrime, l’inizio di un viaggio verso panorami sconosciuti.
Richiedere a una persona di sorridere è come cercare un contatto con la parte più serena di lei, quella della spensieratezza.
Un sorriso può aiutare a superare ostacoli apparentemente insormontabili.
Si può chiedere di sorridere a chiunque e magari, dopo lo stupore iniziale, il sorriso arriverà, è quasi inevitabile.
A volte il sorriso manca, non viene spontaneo, e viene spento o spezzato dall’imbarazzo, dalla rabbia, dell’incomunicabilità. Quante discussioni, negoziazioni o chiarimenti mancati in assenza di un sorriso.
Non importa se con il passare degli anni il tuo sorridere si confonde fra le pieghe dei ricordi che affiorano sul tuo viso, se a causa del fiato corto le nuvole in cielo corrono sempre più veloci e sono impossibili da raggiungere anche per desideri più semplici.
E allora immagini tanti se, pur di far fiorire un sorriso per vederlo allo specchio.
Il falso sorriso, che a volte si mostra sul volto di alcune persone, nasce solo per mascherare l’odio, l’invidia, la rabbia, e quando si dilegua, come un disordinato furfante che scappa, lascia sempre alcune tracce, non riesce a farle sparire. Perché la ragione della sua falsità è sempre nelle mani di qualche altra persona che pur vedendo, sentendo e parlando è stata cieca, sorda e muta.
E ora il sorriso del malvagio, che non è quello divertito del gatto con il topo, ma quello dell’imbonitore truffaldino, del promettitore professionista, del burocrate infelice o del potente poco intelligente ma spietato, di chi sa già come andrà a finire, perchè conosce la trappola e sa che è solo una questione di tempo prima che le sue spire soffochino la preda, facce di esseri che sorridono timidamente in attesa del loro pasto.
La storia, le opere dell’arte e le strade percorse della gente libera, raccontano che in ogni epoca e ogni giorno, c’è chi lavora per la pace, la non discriminazione e il benessere di tutti, comprese le persone e gli esseri viventi più fragili, indifesi e sconosciuti.
È sui loro volti che si riflette il sorriso della gloria.
Il numero di questi eroi è immenso, perché il sorriso della gloria illumina i volti di tanta gente guidata dall’amore.
C’è un sorriso che non si compra, lo si può solo scambiare: è il sorriso della fiducia.
Non è mai garantito che generi per sempre altri nuovi sorrisi, a volte viene mal riposo spesso con la complicità dell’inganno, dell’illusione o dell avventatezza, ma non è possibile farne a meno, di qualcuno bisogna pur fidarsi.
C’è un particolare tipo di sorriso scolpito nel volto di chi è arrivato a toccare il fondo, è un sorriso di pietra che non crede di poter mutare, è un sorriso rassegnato, convinto che i giochi siano fatti e che nulla possa essere riparato.
I volti dal sorriso di pietra, con le labbra chiedono che le cause perse vadano lasciate al loro destino, ma con gli occhi sperano fino all’ultimo momento che qualcuno, Dio, il caso, i pompieri un medico, un meccanico o un regista possa cambiare il finale del loro film.
C’è il sorriso di chi ha il dono della fede, perché l’uomo è una piccola meraviglia che sta da qualche parte nell’universo ed è in grado di credere anche in quello che non riesce a vedere né a provare, ma lo sente e lo chiama mistero.
Un sorriso può aiutare una persona a rialzarsi, ricominciare ad amare, a sorridere a sua volta. C’è un sorriso inimitabile ed è quello di chi ha imparato a superare la paura.
Una faccia sorridente è sempre il modo giusto per salutarsi.
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