Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Point of View – Il punto di vista cambia l’orizzonte”
Punti di vista o punti di osservazione: posizioni dalle quali normalmente scaturiscono scelte, giudizi, vagli delle possibilità, analisi di non fattibilità o analisi dei rischi.
Tanti punti di vista, non solo quelli che determinano una prospettiva ottica ma anche il punto di vista della narrazione, dell’interpretare gli eventi, del vivere le scelte nostre e degli altri, della diversità di idee, i punti di vista che cambiano con il passare degli anni, i punti di vista delle persone che tengono a noi o quelli di chi non ci sopporta, non ci capisce o non ci perdona.
I punti di vista sono tanti quanti gli esseri viventi e le persone che guardano, pensano, ricordano o sognano.
Uno dei punti di vista nei quali ci scontriamo, scoprendoci spesso inermi e altre volte anche arrabbiati, specie in giovane età, è il confronto con il punto di vista di chi è più anziano di noi.
Se la persona più anziana ci vuole veramente bene e sta dalla nostra parte vedrà con i suoi occhi le nostre stesse mete, a patto che siano per noi importanti e utili, magari con tempi o percorsi diversi per raggiungerle ma il loro sarà un punto di vista che converge con il nostro.
Una delle postazioni di osservazioni più rare da vivere personalmente per chi non è plurimilionario è quella che ci permette di osservare dallo spazio il pianeta Terra.
La Terra è il posto dal quale noi esseri umani normalmente osserviamo il “mondo visibile”.
Al cinema e nelle arti audiovisive il punto di vista è protagonista della narrazione, perché chi racconta lo fa dal suo punto di osservazione.
È come nella musica: qualsiasi tema, anche il più importante, allegro, scabroso o romantico, è condizionato dalle note e dall’arrangiamento che accompagnano il racconto, e i testi delle canzoni, a seconda della musica, si colorano di toni diversi.
Guardare il panorama sempre dallo stesso punto di osservazione è come voler scoccare una freccia sempre dallo stesso posto, pur sapendo che fra il tuo punto di vista e il bersaglio c’è sempre lo stesso ostacolo.
Provare a scostarsi per scoccare la freccia da un altro punto, spesso ha quasi del miracoloso, perché può fare sparire l’impedimento e una volta fatto centro è come non fosse mai esistita alcuna difficoltà.
Le frecce e il punto di vista sono importanti anche per un certo Cupido, perché l’amore si esprime con delle frecce, frecce che colpiscono e possono ferire in profondità.
Queste frecce possono essere parole, atteggiamenti, carezze, comprensione, azioni, dimenticanze, tradimenti.
Insomma, l’amore è un vero e proprio campo di battaglia sul quale nessun punto di vista può essere trascurato.
L’amore, un sentimento nel quale i soli punti di vista che contano di solito sono due o comunque dovrebbero essere limitati a due senza interferenze, e più esattamente solo noi due più la verità, il terzo occhio dell’amore che spesso rimane chiuso.
Guardare dal punto di vista dell’amore è come avere occhi che vedono solo in una direzione, che guardano partendo unicamente da un punto di vista.
Quando si hanno occhi solo per una persona è come averlo scritto in faccia.
Un grande messaggio che dice: “guardatemi, io non ho altri punti di vista e non m’importa se non vedo le cose come stanno, perché i miei sono gli occhi dell’amore”.
Gli occhi dell’amore però hanno una particolarità: in certe storie e in certe persone godono di una vita più o meno lunga e nella media, con il tempo, tendono a un calo della vista e in certi casi allo spegnimento completo.
Ci sono però delle storie e delle persone nelle quali gli occhi dell’amore vivono per sempre, perché è in quegli occhi che c’è il vero sguardo dell’amore.
Potremmo stare ore e ore ad ascoltare musiche e parole che parlano dal punto di vista dell’amore, amore che però a volte finisce e allora arriva il punto di vista della delusione.
Possono cambiare le epoche, le mode, lo stile musicale per raccontare una delusione, ma ogni delusione, per quanto apparentemente facile sia da superare, lascerà comunque un segno, cambiando per sempre il punto di vista di una persona.
Le delusioni, anche se a volte sembrano semplici da superare, in realtà cambiano in maniera più o meno importante la storia di ogni persona.
A proposito di storia, il punto di vista della storia è un punto di vista da non sottovalutare mai, perché sapere quello che è accaduto serve per cercare di non farlo riaccadere o per trarne uno spunto.
Ci sono vari tipi di storia: la storia scritta dagli storici, i racconti fedeli o le cronache e le storie narrate attraverso una trama.
La narrativa che in genere comprende romanzi, fiabe, biografie, poemi e altro, viene descritta, o meglio scritta, attraverso dei punti di vista, quello di un narratore più o meno onnisciente o di uno o più protagonisti.
La storia, quella scritta dagli storici, invece, di solito basa il suo racconto su prove, testimonianze o tracce, anche se non è raro il sospetto che in certi casi la storia racconti sempre la versione del vincitore o del sopravvissuto o certe volte il punto di vista del committente.
Gli studiosi della storia spiegano che chi la tramanda può essere condizionato da mille idee personali, situazioni politiche dell’epoca in cui lo storico scrive, un artista dipinge oppure scolpisce, condizioni economiche, ambientali, di appartenenza a una fede politica o religiosa.
Insomma, sono tanti i fattori che determinano i punti di vista dai quali, nei secoli, sono state raccontate le vicende che compongono la storia.
Tra i più efficaci narratori perpetuanti la storia o gli accadimenti dell’uomo, del suo pensiero o del sentimento di un’epoca ci sono gli architetti, gli scultori, i pittori e negli ultimi tempi anche i musicisti e gli artisti in genere.
Dai nostri tempi in poi la storia probabilmente verrà tramandata anche attraverso scritture conservate in maniera digitale: video, audio e grafiche registrate su supporti che comunque avranno bisogno di un determinato tipo di energia o di interfaccia tecnologica per essere consultati.
C’è un materiale che da tempo immemore ha conservato, tramandato e raccontato i vari punti di vista che compongono la storia, o meglio le storie: sono le pietre.
Le pietre ricordano perché di fatto hanno passato la storia, ricoperte di graffiti rupestri, modellate da scultori, componendo palazzi, segnando strade, facendosi tomba o addirittura cattedrale.
C’è un punto di vista che tutti negano di tenere in considerazione ma che invece non si può ignorare, è il punto di vista dei soldi.
C’è un punto di vista che conta più degli altri che di solito aspettiamo senza farci notare ed è il punto di vista delle persone a noi più care oppure che crediamo di detestare anche se poi magari non è vero.
Questo punto di vista mancante in certi casi chiaramente avverso, certe volte ci fa andare fuori strada e crea danni irreparabili o, al contrario, suggerisce che la miglior vendetta non è il perdono ma è migliorare se stessi.
Nel gran caos dei punti di vista ce n’è uno che spesso condiziona in modo determinante la vita, è il punto di vista del pessimista, della persona che vede l’orizzonte sempre nero perché non vuole o non crede gli sia permesso fare affidamento sullo spuntare di un’alba.
Quello del pessimista di solito è il comportamento di chi è stato spaventato, abbandonato o sfortunato e nei casi peggiori è il punto di vista di chi non è innocente o di chi pecca di accidia.
Il pessimista non riesce a navigare a gonfie vele, perché non cerca mai un qualsiasi lembo da afferrare per spiegarle a favore di vento.
Il pessimista ha dentro di sé dei demoni che lo svegliano di notte facendolo sobbalzare sul letto.
Il senso del pericolo non gli dà tregua ed è il suo unico compagno, perché l’indifferenza degli altri, di solito allontanati dal suo pessimismo, ha l’effetto di una maledizione che lo condanna a sentirsi costantemente solo.
Il punto di vista esattamente contrario di quello del pessimista, è il punto di vista di chi guarda l’universo con gli occhi della fede.
Questa persona, anche se fosse su Saturno e non avesse una penna per scrivere qualcosa di bello in cui crede, riuscirebbe lo stesso a comunicare la sua meraviglia, a parlare con chi gli è caro e a ricordare il bello che c’è.