Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Believe – credere è un esercizio di libertà”
La parola “credi” è importante per la nostra felicità ma se messa di seguito alla parola “devi”, voce del verbo dovere, può diventare un vero incubo.
Essere liberi di credere in quello che si vuole, senza condizionamenti, senza vergogna imparata.
Io credo in te, nelle cose del cielo e della terra, nel passare della gente, delle stagioni, dei potenti, della bella vita che corre sul filo della nostra esistenza.
Io credo nell’incredibile, per questo sono felice nel vederti sorridere.
Le canzoni sono un veicolo per credere.
Certe canzoni dicono che se ci credi puoi anche volare senza dover comprare il biglietto aereo, altre dicono che, sempre se ci credi, puoi vedere un mondo dove la guerra sarà vietata per Legge da tempo immemore.
Un giorno, se ci credi, sentirai anche la risata dei bambini, sì, proprio quella che adesso non senti più.
È bello credere in quello che dicono i parolieri, addirittura dicono che un giorno potremo vedere uomini di tutti i colori condividere mondi di amore e di devozione.
Ho l’energia delle parole, la rabbia della gara, la politica nel sangue, faccio affari sporchi, sono il dio della persuasione, amo dire tanto, di tutto, di più e non chiarire nulla.
Sono il re della menzogna, imbrogliare per attirare il consenso è il mio mestiere, perché mentire è la mia professione, cerco continuamente credenti, credenti e ancora credenti.
Il mio nome è vanità e da quel che si dice in giro sono il peccato preferito dal diavolo.
Quando si crede possono avvenire dei miracoli, anche se la speranza è fragile, anche se molte notti hai pregato senza alcuna prova che qualcuno stesse a sentire.
Credere in se stessi è importante, anche nei momenti del dolore.
Credere di potersi rialzare dopo una caduta è sempre altamente consigliato.
In tutte le circostanze “credere” è un rimedio che funziona più di quanto si possa immaginare.
Credere nell’amore è credere nella vita fino all’ultimo istante.