Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Don’t Forget”
Spesso non dimenticare è importante, mentre altre volte dimenticare è meglio, perché nessuno sa esattamente quello che hai visto e che hai sentito.
Le cose da ricordare sono legate al passare tempo ma anche gli orologi e gli orologiai, questi artigiani della cura del tempo, possono dimenticare, specie in tarda età, quando la mente decide di fare scherzi. Non riescono più a mettere in fila i giorni, i mesi e gli anni, a volte non c’è più movimento nella loro testa e nemmeno nei loro orologi.
Siamo tutti come degli orologiai e finché sappiamo aggiustare i tempi degli orologi tutto va bene e ci sentiamo nell’età della grandezza, di qualsiasi dimensione essa sia.
Per tanti orologiai la giornata sarà bella, comunque vada e per molte storie – dal tempo interrotte al momento giusto – sarà speciale, ci sarà un lieto fine, resteranno belle tutte le immagini dei ricordi maturati, anche quelle che non lo meriterebbero.
Per altri orologiai, in altre giornate dal tempo rotto, le immagini del passato affollano in disordine la mente diventando confusione, oppure si perdono per sempre. C’è chi dice sia tutta colpa delle decisioni sbagliate, delle paure e delle insoddisfazioni; spesso è per questo che alcuni orologiai non riescono più trovare la forza per riordinare il tempo dei ricordi, altre volte è più semplice: l’orologiaio si è guastato, si è rotto un ingranaggio e il suo destino è segnato, il meccanismo non si aggiusta più.
Certi orologiai non riordinano più il tempo passato, né quello che sta passando adesso e perdendosi del tutto non si prendono pensiero per il futuro ed è una piccola vittoria, intenti come sono a cercare di ricordarsi le cose.
Devono ricordare di non dimenticare di prendere il pane,
non vorrebbero scordarsi del nome di chi li sta aspettando,
non ricordano di girare la pagina quando un capitolo è terminato,
non vorrebbero dimenticarsi del viso di chi li fa sorridere e nemmeno lo sguardo di chi hanno tradito, o lo sgarro di chi avrebbe potuto ricordarsi di loro ma non lo ha fatto.
Devono annotarsi di non dimenticare il profumo della vittoria, perché non sono abituati a sentirlo, mentre il gusto di quello che è amaro e gli fa male lo sentono sempre.
Ogni orologiaio deve ricordarsi l’orario delle pillole, di portare fuori il cane all’ora giusta, perché altrimenti ci sta male, non vorrebbe si cancellassero dalla sua mente i prati, quelli verdi che stavano sotto cieli chiari e ci si vedeva bene, ma nemmeno dei pirati quando i sogni andavano all’arrembaggio con la spada di legno.
Di tante cose gli orologiai rotti si scordano ma di altre no, come del fatto che bisogna pagare i conti, tutti i conti e con la valuta richiesta, sanno che il tempo è un galantuomo solo per chi alla fine vince, altrimenti è un traditore di speranze, e cercando di ricordarsi di chiudere il gas, guardano gli appunti delle cose da non dimenticare.
Dimenticare le cose sgradevoli, i problemi, le sciocchezze fastidiose, dimenticare qualcuno. Per molte di queste esigenze, spesso, un giro in centro può essere un’aiuto, distrarsi e farsi inghiottire dalle luci del centro della città e dalla gente.
Non significa risolvere i problemi, che fedeli a loro stessi attendono il tuo ritorno a casa ma, a volte, quando apri la porta ti accorgi di avere fra le cose che hai acquistato anche qualche soluzione. Questo non perché hai dimenticato ma per qualche momento hai abbassato il volume di un assordante ricordo sgradevole.
Ci sono esperienze e persone care che non si vorrebbero dimenticare, ma succede, diventano come sabbia che scorre, vanno sempre verso il basso nell’ordine delle cose da fare, della vita da vivere, come in una strana clessidra e anche se la capovolgi un’infinità di volte sempre sabbia scorrerà, ricordando quello che è stato senza poter tornare indietro.
Ci sono persone delle quali non ci si dimentica facilmente e anche se magari non erano le più simpatiche o accondiscendenti, per noi sono state come dei ponti quasi invisibili, utili per poter attraversare anche le acque più turbolente. Persone insieme alle quali comunque abbiamo fatto strada, altre persone, di stampo diverso spesso affascinanti, spiritose o promettenti, hanno invece inaspettatamente reso il viaggio più difficile o addirittura ci hanno trasformati in naufraghi. Quelle erano persone che volevano venderci o prenderci qualcosa, persone che non stavano dalla nostra parte, anche di quelle non ci si dimentica facilmente.
Ci sono donne impossibili da dimenticare e voci che non si scordano più.
A volte nei ricordi ci sono delle questioni in sospeso, delle frasi non finite, dei chiarimenti evitati, dei malintesi per i quali una persona a cui tieni ti ha scambiato per chi non sei , e solo con il tempo ti rendi conto che vorresti fargli capire chi sei veramente.
Delle volte ci ricordiamo che siamo degli esseri umani e che per questo ci poniamo delle domande, ma è nel tumultuoso vivere quotidiano che spesso non ce lo ricordiamo, seguiamo un copione, un sacco di regole magari giuste, altre volte sono solo regole inutili se non dannose, dettate dal mangiafuoco di turno che tirando i fili ci fa danzare come fa piacere a lui a tanti altri burattini e burattinai saliti sul suo carrozzone.
Non dimenticare: questa è una magia! Ricordare i giorni passati, le persone andate, le favole, i sogni, le atmosfere strane e tutto quello che, a volte misteriosamente, è rimasto impresso sul nostro registro del tempo.
Il ricordo è un potere che noi esseri umani sappiamo usare naturalmente, siamo bravi nel dare ai ricordi una dimensione speciale, è per questo che ci restano esperienze a volte migliori o in altri casi peggiori di come realmente abbiamo vissuto un tal fatto o trascorso determinati momenti.
Quando raccontiamo, lo facciamo con la maestria dei pittori che sembrano volare con il loro pennello sulla tela distribuendo colori, luci e ombre e descrivendo quello che hanno sentito, oltre a quello che hanno visto, e lo fanno istintivamente, senza un copione, godendosi nel frattempo la meraviglia di chi ascolta con interesse o lo scetticismo di chi avrebbe voluto poter raccontare altrettanto.
Da sempre uno dei sistemi per ricordare e far ricordare le cose è quello delle ballate, delle le canzoni nelle osterie, per le strade, delle filastrocche dei bambini, dei canti nel lavoro, del marciare degli eserciti e anche degli echi della montagna e della domenica in chiesa.
Sono tante le cose che non si possono dimenticare e non sempre sono storie drammatiche, ci sono anche le cose che non si dimenticano per puntiglio, per capriccio, per dispetto o semplicemente per la voglia di amare senza evocare a tutti i costi la tragedia.
Abbiamo parlato di tante cose da ricordare, ma ci sono dei ricordi che si nascondono, e non passano più sono quelli legati alla violenza.
Il tempo e la memoria sono due componenti che servono per restare vivi, per continuare a esistere, come la musica di Mozart, le statue, i dipinti o i libri che perpetuano visi e storie, perché, finché anche una sola persona di qualsiasi epoca saprà di noi, non moriremo mai.
Quando si parla di memoria forse è utile non dimenticare mai quello che ci ha fatto stare bene, anche se a volte magari abbiamo pagato troppo, ma se era giusto farlo il prezzo non ha importanza.
Non dimenticare i giorni passati, ma colorarli di quello che abbiamo sentito più che visto, questa è una magia.
Sono tante le cose da non dimenticare da non consegnare al tempo perché le nasconda, le santifichi o le renda leggenda.