Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Hold on – Aspettare e tenere duro, a volte insieme alla solitudine“
L’attesa è lo scorrere del tempo che può riempire il cuore di gioia, la mente di aspettative e l’anima di speranza. Ma lo stesso identico scorrere del tempo a volte porta con sé angoscia, paura, desolazione.
Per tutti c’è il tempo dell’attesa e, indipendentemente da quello o da chi si sta aspettando, a volte lo si trascorre da soli, magari per forza.
Altre volte, invece, si aspetta volontariamente in solitudine, perché restare da soli inevitabilmente fa scoppiare nella mente i ricordi, la speranza, le emozioni, il rimpianto o la dolce amarezza della malinconia.
Benedetta sia l’attesa, l’allungarsi degli attimi che precedono la vittoria, la felicità, la sorpresa, benedetta sia anche quando si aspetta l’ineluttabile, perché l’attesa mantiene viva la speranza anche se in alcuni giorni, come una vecchia e sadica bugiarda, prolunga l’agonia facendoti andare contro la ragione.
In certi momenti non è facile tenere duro, respirare, provare a bloccare il piede che nervosamente tenta suonarle al pavimento come se fosse un tamburo e poi, portando i palmi delle mani sulla fronte, cercare di trattenere i pensieri che vorrebbero scappare di lì, perché non hanno pazienza, non sanno aspettare.
Le storie a volte non funzionano, anche mettendoci tutta la buona volontà, e quando succede, c’è sempre una persona che resta ad aspettare sperando che qualcosa cambi.
Aspettare e aspettando fantasticare, perché il mondo che vogliamo, prima di solito lo immaginiamo, e poi inevitabilmente lo costruiamo, e se guardiamo bene quello che ci serve è sempre stato lì a portata di mano, solo che non ce ne eravamo accorti.
A volte aspettare per prepararsi a costruire il proprio mondo, magari insieme a qualcuno è un bene; però se si aspetta troppo, perché vogliamo costruire un nostro mondo perfettamente come lo immaginiamo solo noi, rischiamo di non trovare più gli attrezzi che servono, come il tempo, l’energia, l’entusiasmo oppure qualcuno al quale vorremmo chiedere scusa per il nostro egoismo.
Succede di aspettare seduti su una sedia o camminando avanti e indietro, senza contare i passi, in modo da non contare le ore che scorrono fissando una porta che l’amore, vorrebbe si aprisse subito, ma allo stesso tempo la paura vorrebbe non si aprisse mai.
Quando si vuole cambiare rotta, l’attesa strategica non è detto che sia l’idea migliore, a volte con il tempo passano anche le opportunità, tanto vale salpare subito, soprattutto se il mare che abbiamo davanti agli occhi è azzurro e promette una bella giornata.
Attendere il domani non è sempre garantirsi una certezza, in molti casi vuol dire solo aspettare ancora in cambio di un forse.
Una delle cose più noiose e a volte insulse è aspettare che arrivino giorni migliori, i giorni all’altezza delle tue aspettative.
Ma pensandoci bene, non è obbligatorio solo aspettare per raccogliere, ci si può anche mettere a seminare.
Chi dice che tutto dipende dalle interconnessioni con la gente ha ragione, ma quando dicono che dipende tutto dagli altri, stanno scherzando, non lo sanno nemmeno loro o peggio mentono.
Ed è allora che diventa utile farsi una passeggiata, prendere una boccata d’aria e poi aprire il magazzino delle soluzioni, e se non sai dove sta, accendi il navigatore è facile, basta premere il tasto del bicchiere mezzo pieno.
(voce del navigatore) Alla rotatoria prendere l’uscita per via dell’ottimismo, prendere via del buonumore e, tenendo conto che c’è anche domani, sarai giunto a destinazione.
I più bei momenti di un’attesa appartengono sempre all’amore; passare giorni, mesi, anni ad aspettare per amore non è mai tempo perso, perché quei momenti risuoneranno in te per sempre, sono come delle note che compongono una melodia che terrai sempre in mente, accompagnata dal ritmo del tuo cuore che batte.
Resistere, tenere duro perché tutto alla fine dovrebbe andare bene, anche se passando per la strada si vede che non a tutti va così.
Molti pagano un prezzo troppo alto, altri non pagano, altri ancora lasciano la presa e smettono di provarci, ma alla fine tutto andrà bene, almeno è quello che ci fa piacere sentire alla tv, leggere sui giornali e vedere sui cartelloni colorati dipinti dalla pubblicità.
Ogni momento nascono immaginarie storie d’amore. Sono talmente tante che e si vedono negli occhi di chiunque, basta osservare gli sguardi e seguirli per vedere dove vanno a finire.
Queste storie hanno vita breve e abitano alla fermata della metro, in una sala d’aspetto, piuttosto che ai grandi magazzini, e se attendi un po’ vedrai che finiscono con uno sguardo più intenso, prima che parta il treno, come se fosse la richiesta di un ultimo ballo che la mente chiede dell’immaginazione.
Tornare a casa è una delle attese più comuni, per chiunque, tornare a casa! Anche se a volte si fatica o non si riesce più a trovare la strada, ma quando c’è l’affetto vero il modo per tornare lo si trova sempre, e se proprio non ce la fai prova a chiedere a un cane, lui si sa come si fa.
Aspettare, tenere duro, resistere, a volte insieme alla solitudine.