Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Lives – Ogni vita è il centro dell’universo intero“
Ognuno di noi nasce solo e al centro del suo universo, ma strada facendo incontra tante altre vite, ognuna con il suo personale universo di sogni, tentativi e attese.
Ogni vita è il centro dell’universo intero.
Ogni vita è al centro del proprio universo, a volte si sente sola, a volte invece crede che tutti guardino lei, ma una cosa è certa: ogni vita esiste finché si guarderà intorno e cercando con gli occhi vedrà il domani.
Dal centro del nostro universo vediamo gli altri e spesso commettiamo l’errore di voler giudicare.
Giudicare le persone è quasi sempre sbagliato, farlo poi senza entrare nel loro universo, sotto la loro pelle, per tentare di capire il perché ogni vita è diversa da un’altra, è addirittura stupido.
Essere assenti a un tavolo prenotato per due, magari tanto tempo fa.
Avere la vita sconosciuta di un’altra persona che ti è entrata sotto pelle, vivere due esistenze in due universi diversi, con altra gente, altre storie, ma ogni tanto pensare a come sarebbe stato se uno dei due non avesse perso la presa.
Ci sono delle vite che si incontrano anche se solo per poco tempo, due universi che per un attimo si fondono in uno.
Ma poi, per un motivo banale o importante che sia, si separano, restando comunque unite nella mente.
Rimangono legate dal ricordo di quello che è stato, anche se per poco, e del rimpianto per quello che non è potuto essere per sempre.
In un romanzo rosa di Renée Conte l’amore scorre trasportando storie, come fa l’acqua di un fiume impetuoso. Storie del passato che come un giano bifronte guarda anche il futuro e fa battere forte il cuore, accendendo i ricordi.
La separazione è come un chiarimento. È lì che capisci quello che hai perso.
Escluse le persone che ci stanno antipatiche e quelle che ci giudicano con aria di sufficienza, o peggio, con la viltà dell’ironia, abbiamo tutti una visione orientata all’amore, almeno quello teorico, fantasticato, quello che proviamo per gli altri e che vorremmo gli altri provassero per noi.
Ma fatto sta che quando due vite si separano cambiano per sempre le luci, cambiano le luci che illuminano i loro giorni ma anche quelle che rischiarano le loro notti, notti che diventano lunghe, quasi infinite a furia di ricordi e desideri.
Il successo nei rapporti con le vite delle altre persone dipende in modo quasi esagerato e ossessionante dai messaggi che lanciamo, dalla manciata di polvere che gettiamo nell’intento di riempire lo spazio che ci separa dagli altri.
Polvere fatta di sguardi, immagini, suoni, profumi e movimenti ma anche di idee, preconcetti e suggestioni.
Il rapporto fra le persone è sempre un rapporto a due, magari ci relazioniamo, interagiamo con tante persone allo stesso tempo, magari parliamo a un pubblico vasto, ma il contatto che si apre è sempre fra due persone: uno che parla o agisce e l’altro che ascolta e prende decisioni.
Fra le persone c’è sempre un rapporto you and me (io e te) e non c’è manciata di stelline da prestigiatore che possa disturbare il contatto quando due vite si collegano in qualsiasi maniera, anche ascoltando uno che parla alla radio o che sta blaterando degli affari suoi in mezzo al traffico cittadino, perché quando avviene il contatto, la sintonia, il chiasso degli altri, la voce della propaganda e il rumore di fondo spariscono annientati dall’attenzione.
Le vite silenziose devono avere una voce ed essere ascoltate!
Sono le piccole rivolte, fatte spesso per amore, per sopravvivere, ma senza arroganza, senza violenza, sono quelle che rendono grandi le vite delle persone.
Dicono che sia più importante aggiungere vita agli anni che anni alla vita, ma è il tempo che, a seconda delle nostre scelte o di quelle degli altri e di tutto ciò che può accadere, decide se essere entusiasmante, fantastico, noioso, triste, tragico, utile o inutile.
Comunque vada, l’importante è che il tempo per il viaggio ci sia e che il trip sia gradevole.