Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Stories – Ognuno ha tanta storia…”
Le storie passano scorrendo, trasportate da miliardi di rivoli di vita, senza che mai nessuno ne racconterà o ne scriverà.
Storie bellissime, fantasticamente normali, super o uniche, come quella di ognuno di noi.
I draghi, questi esseri dalla pelle dura coperta di scaglie che proteggono un cuore tenero e impavido, ci sono, sono dappertutto e possono vestire i panni di amici, fratelli, semplici conoscenti.
Sputano fuoco contro le avversità e soprattutto contro le persone maligne, i detrattori, gli opportunisti, i draghi sono esseri apparentemente orribili e spaventosi, ma non per noi, solo per chi è contro di noi.
In tutte le storie, sembra che chi ci prova sia lo stupido, invece chi crede in quello che fa e insegue i suoi sogni, vince sempre; è come al cinema, alla fine sono le parsone dalla crudele ironia, dall’aria di sufficienza, sono loro in commedia, sono loro lo scherzo, sono loro gli stupidi.
Ci sono storie incredibili da raccontare su di noi, una di quelle è quando siamo in una situazione difficile, tesa, magari tragica.
In queste storie, la mente, da sola, inizia a suonare e cantare.
Ci fa ascoltare, non qualche composizione Wagneriana, qualche melodramma o cose di questo genere, adatte alla tragicità della situazione.
Nel juke-box che abbiamo in testa, risuonano motivetti, se non addirittura filastrocche o canzoni per le quali non avremmo mai speso nemmeno un centesimo per ascoltarle.
C’è una storia che si racconta da sempre, con delle varianti, in tante versioni, ma alla fine l’ascoltatore vuole che sia sempre la stessa storia: lui brutto, impresentabile e lei bella… i due si innamorano.
Ci sono delle epoche durante le quali le nostre storie cambiano, perché cambiamo noi… o perché il mondo diventa meno magico.
Ci sono storie di baci.
Storie nelle quali si chiedono dei baci, a gran forza, non i famosi cioccolatini, ma dei veri e propri baci di passione e di affetto… ed è quando si sa o si sospetta che potrebbero essere gli ultimi.
In tutte le storie che prevedono la relazione fra due persone, non importa il sesso, non importa il come, ne il dove, ne il quando.
Se c’è amore e affetto, possono esserci anche dei momenti di stanca, dei momenti di allontanamento, ed è proprio in questi momenti che le persone che si vogliono bene lasceranno che il sole tramonti sulla loro rabbia.
Le storie sono tante, praticamente quasi più delle stelle e non ci sono solo maghi, draghi, fate, supereroi, principesse, streghe e angeli; ma ci sono anche burocrati a volte stupidi, tiranni spesso poco intelligenti, invidiosi poco tolleranti e ogni specie di malfattore che il genere umano possa mettere in campo perché il genere umano è fatto così.
Se una storia può essere semplice è meglio complicarla e preferibilmente con l’aggiunta di abbondante fiele.
Per fortuna ci sono anche le persone semplici, i signori e le signore “Nessuno”, quelli che quando è finita la recita, tutti a casa, e nessuno si ricorda quale parte hanno recitato costoro.
Sono storie semplici ma persone speciali, perché anche se non possono stare con chi vogliono o avere quello che vorrebbero, amano quello che hanno e le persone con cui stanno.
C’è chi deve prendere in mano il telefono e usarlo come fosse una bacchetta magica per trovare il coraggio di dire, a chi sta dall’altra parte, che il suo cuore si sta spezzando e vuole tornare indietro.
Ci sono storie che fanno la storia, storie che parlano dell’amore dell’uomo e del sacrificio per salvarlo.
Storie scritte, raccontate e cantate da oltre duemila anni, storie che portano il conforto della fede.
Noi raccontiamo tante storie, tutti i giorni, sui giornali, alla radio e sul web.
Tutti noi facciamo la storia e la raccontiamo ognuno per la nostra parte, ma la storia più vecchia e più incredibile è che nelle sere dal cielo limpido, guardiamo verso il nulla, riempiendolo della speranza che qualcuno più grande di noi, con il suo respiro, ci dia il fiato per vivere.