Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “To Change – Cambiare”
Alcune riflessioni sul cambiare, sui cambiamenti desiderati, evitati, forzati e a volte rincorsi a tutti i costi.
Oggi parliamo del cambiare, perché il cambiamento è forza pura, ma anche dell’impossibilità di cambiare certe cose, della mancanza di volontà di cambiamento. L’evoluzione dell’uomo è l’insegna del cambiamento, perché, come si impara a scuola: nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, persino noi.
Naturale è la voglia di cambiare lo scorrere del tuo fiume, inevitabile è un sentimento avverso all’apparente immobilità delle anse che, come serpenti, escono dalle loro tane in ogni tempo difficile da attraversare.
Illimitato è lo smarrimento quando navighi in una dimensione sconosciuta, perché è allora che il tuo fiume può infrangere i desideri che ti accompagnano, contro duri scogli veri, mescolando la tua acqua, la tua voce e i pezzi di te con quelli di altre vite.
Naturale è la voglia di cambiare finché c’è acqua nel tuo fiume, anche se inevitabilmente scorrerà fino all’ultima goccia, per poi perdersi nel mare dell’infinito, dei volti trasfigurati, delle cose mutate, ma mai perse del tutto.
Siamo fatti di carne, ossa, orgoglio, vergogna, paura, e di tanti altri sentimenti in tumulto che – per fortuna – ogni giorno si devono confrontare con il cambiamento.
Per ogni giornata che il sole vuole illuminare e per ogni notte affidata alla luce riflessa dalla luna, o a quella delle stelle, il rapido cambiare delle persone rispetto all’universo, che sembra stare sempre fermo, fa quasi tenerezza. Cambiare idea, andare veloci o rallentare, invecchiare anche solo fisicamente agli occhi degli altri sono alcune delle nostre specialità.
Ma per quanto ci sforziamo, per quanta buona volontà ci mettiamo, ci sono delle cose che sono così e basta, alcune cose non cambieranno mai.
È così e basta.
A volte è inevitabile, bisogna prendere la paura di petto e vestirla, portandola da un sarto di nome coraggio, far scendere dalle nuvole la speranza e ancorarla alla fede, annusare l’aria fresca del mattino dopo una notte da vagabondi e, direttamente senza andare a dormire, cambiare le cose e anche quello che gli altri si aspettano che tu sia.
Non permettere a nessuno di farti vivere riposto in un suo cassetto, e per fare questo non serve essere degli eroi, basta solo avere le misure di un essere umano.
I giorni cambiano in continuazione, come le aspettative, le parole della gente, anche i panorami fanno sempre così: cambiano. Sembra di essere dentro a un caleidoscopio.
Il caleidoscopio è un apparecchio di solito formato da un tubo che ha al suo interno degli specchi che, grazie al loro particolare posizionamento, riflettono l’uno sull’altro altro quello che accade a dei piccoli e colorati oggetti che si muovono dentro a questo piccolo mondo, che è il tubo del caleidoscopio.
Quando questo viene scosso, gli oggetti, seguendo le leggi della gravità e delle altre forze che li fanno muovere, danno vita a delle immagini sempre nuove, quasi impazzite, come fanno gli esseri umani quando sono arrabbiati, in preda alla follia, all’amore o alla creatività. Cambiano il loro volto in continuazione e ad ogni scossone, proprio come gli oggetti rinchiusi nel caleidoscopio.
A volte bisogna cambiare registro, andare più lentamente, cambiare il modo di vedere le cose, lasciare che la vita scorra da sola, rapportarsi con le persone in maniera semplice, sincera, rivedere le aspettative e ringraziare ogni giorno che porta in dono un po’ di tranquillità.
Ogni destino sembra una decisione già presa, il disegno di un’architetto, una macchinazione progettata a nostra insaputa da un signore con la barba bianca e lo sguardo di fulmine.
E invece tocca a noi decidere, continuare a cambiare, sempre, anche quando non si vorrebbe, anche quando non si può sapere quale sarà la scelta giusta o come andranno le cose.
Decidere è cambiare, a volte lo si deve fare in fretta, quasi per il timore di macchinazioni nascoste fra le pieghe del foglio sul quale l’architetto ha disegnato il nostro destino.
Macchinazioni alle quali si può sfuggire, ma solo cambiando strategia in continuazione. Cambiare è decidere, agire, pensare a uno scenario, vedere in una direzione diversa da quella percorsa. Ogni volta che si deve decidere non si è mai in compagnia, anche se può sembrare così, perché l’architetto con la barba bianca e gli occhi di fulmine siamo noi, che ogni volta decidiamo spaventati da un inevitabile solitudine.
Ogni cambiamento richiede del coraggio, anche se spesso ci si domanda dove sia possibile trovarlo; la risposta è sempre quella, e cioè dentro di noi, a volte non lo sentiamo, ma sono quel lieve brivido lungo la schiena e quell’accelerare dei battiti del cuore che ci avvisano che il coraggio c’è, è lì, basta solo avere un buon motivo per farlo emergere, una speranza, qualcuno o qualcosa per cui cambiare e va bene chiunque, un’amore, un obiettivo, un affetto caro, o anche semplicemente noi stessi.
Uno dei desideri più comuni che ogni persona custodisce nella sua mente è quello di voler vedere il cambiare del mondo, il mondo a livello globale, quello dei grandi sistemi, degli stati e dei popoli. Nella storia dell’umanità spesso il mondo è cambiato pur, alla fin fine, rimanendo sempre lo stesso; perché per cambiare il mondo è necessario che cambino le persone, per questo le attese sono sempre lunghe e i cambiamenti molto lenti… e non sempre in meglio.
Osservare alla tv quello che accade nel mondo, la narrazione giornalistica, le opinioni di persone importanti, stimate, oppure la ridondanza degli strilloni di oggi, da non confondere con i giornalisti veri, le reazioni sui social, le notizie in tempo reale, sono tutte moderne occasioni per cambiare.
Ma da sempre le notizie viaggiano sulla Terra e nel tempo attraverso la fusione della poesia con la musica, in versi recitati e strofe cantate. Da sempre le canzoni hanno il potere di raccontare o ricordare quello che succede e offrire la possibilità di cambiare le cose, perché sono proprio gli accadimenti che spesso ispirano gli artisti che cantano, recitano, “rappano” o fanno il “trap”, che non significa andare a piazzare trappole per catturare opossum, tassi, castori o altri animali selvatici. L’arte, la musica, lo spettacolo erano, sono, e a quanto pare resteranno, fenomenali mezzi per cambiare il mondo.
La forza più potente al mondo che fa cambiare l’umore è la forza dell’amore.
La vedi, è dappertutto, nello sguardo del tuo cane che ti spiega cos’è l’amore incondizionato, nella forza che ti dà chi sinceramente sta dalla tua parte, in quello che chiamiamo creato e ogni giorno ci dona la luce, mentre la notte ci rassicura che l’oscurità finirà presto.
L’amore, quando si riesce a percepirlo e a donarlo, diventa serenità, a volte sicurezza, e in certi casi speranza.
Ma c’è un’amore che non si può controllare, non è quello che ricevi o che distribuisci, ma è quello che provi per un’altra persona, la persona della tua vita e anche se non sempre significa felicità, non puoi farne a meno, e sai che quell’amore ti cambierà per sempre.
Cambiare quello che non ti piace è dare ritmo alla tua vita, il cambiamento è un compagno ballerino che prepara sempre nuove coreografie e ti trascina al centro del tuo mondo, mette al centro te, solo te, nient’altro che te.
Cambiare, fare passi in avanti, ma non dimenticare, non scordare le belle sere d’estate, i giorni dai mattini freddi e del fiato ghiacciato, il sorriso di chi ti ha voluto bene, lo sguardo che ti è stato vicino, di chi ti ha voluto sempre, e senza mai avere dubbi, di chi è stato veramente con te, anche quando hai camminato su strade di polvere bruciata dal caldo e di fango in cui sprofondare, cambiare, andare avanti. E non per questo dimenticare.
Spesso, e a torto, giudichiamo gli altri chiedendogli di cambiare, altre volte sono gli altri a chiederci di cambiare per loro, e in mezzo a tutto questo ragionare di cambiamenti, poi capita di accorgersi che ogni sforzo fatto per cambiare, non è solo inutile ma è anche sbagliato.
Cambiare per trasformarsi in chi non si è realmente, non accende una fiamma in grado di ardere a lungo o per sempre, ci si trasforma in un fuoco di paglia, al massimo in un divertente gioco pirotecnico che poi svanisce in fretta, come un fuoco fatuo.
Se uno per forza deve cambiare è meglio che scelga di cambiare in sé stesso, magari in una versione migliore di sé, quella che lo fa sentire meglio. Non è mai troppo tardi per cambiare, anche in quello che da bambino sognando raccontavi convinto a chi ti chiedeva: “cosa vorresti fare da grande?”
Alcuni giorni arrivano impietosi, scatenati, promettono, garantiscono, giurano tempesta; sono giorni in cui credi di aver finito ma poi, con il passare delle ore, ti accorgi che sono solo albe della fede, sono giorni migliori, indispensabili per crederci e riuscire a cambiare le cose.
Cambiare: difficile trovare una promessa più famosa, un desiderio più diffuso.
Da sempre il cambiamento è un’aspirazione che ha spinto le persone a cercare, scoprire, capire, risolvere, migliorare.
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